Crisi nera per l’intera provincia di Viterbo. Si registrano infatti alcuni parametri economici che sono totalmente fuori controllo. Il Pil prodotto da Viterbo e la sua provincia si attesta a volori che destano preoccupazione. A fronte di una crescita costante a partire dal 2013 e fino all’era pre covid, successivamente il Prodotto interno lordo provinciale ha subito una sostanziale contrazione anche se cresciuto di qualche decimale a partire dal 2021. In 10 anni, la Tuscia non ha saputo tenere il ritmo del resto della regione. Nemmeno a quello di Rieti, che ha dovuto affrontare il disastro del terremoto del 2016. Gli analisti attribuiscono questa situazione ad una instabilità interna alla provincia.
Il Pil complessivo ammonta a sei milioni di euro e mezzo circa. Il penultimo del Lazio, seguito da Rieti e doppiato sia da Frosinone che da Latina. Una provincia quella di Viterbo martoriata anche da una dilagante povertà, basti pensare che il 30% dei cittadini ha un reddito compreso tra o e 10 mila euro annui, stipendi più bassi d’Italia, un costo della vita cresciuto a dismisura e affitti superiori alla media nazionale. Si va così verso una recessione della provincia? Probabilmente si. Il rallentamento della produttività determinerà così crescita della disoccupazione, calo dei consumi e contrazione dell’accesso al credito. Necessitano interventi mirati per riportare la provincia ai livelli di crescita tipici delle altre province laziali. Frosinone, ad esempio, è cresciuta da 20mila 600 a 23mila 500 euro pro capite, Rieti da 18mila 700 a 22mila e 800, Latina da 21mila 600 a 24mila e Roma da 36mila a 39mila.