Una nomina che continua a sollevare polemiche quella di Luca De Fusco, nuovo direttore generale del Teatro di Roma, nominato dal Cda della Fondazione con due componenti indicati dalla Regione e uno dal ministero della Cultura, assenti il presidente Francesco Siciliano e la consigliera del Comune di Roma Natalia di Iorio. “Una riunione invalida”, ha protestato subito Siciliano, spiegando di averla “formalmente sconvocata” e l’ira del sindaco Roberto Gualtieri: “Nel giorno in cui il Presidente della Repubblica lancia un monito contro il pensiero unico nella cultura dalla destra – sottolinea in una nota – arriva un inquietante segnale che deve suonare da allarme per quelli che hanno a cuore il pluralismo e il senso delle istituzioni. Il prestigio storico dei teatri di Roma non può essere considerato alla stregua del bottino di una parte politica”, ha dichiarato. Nonostante Roma Capitale sia in minoranza nel cda, ha fatto notare Siciliano, è il socio che mette da solo circa 6 milioni e mezzo i due terzi del budget del teatro, a confronto del milione e centomila euro messi dalla Regione, oltre ad essere il proprietario dei tre teatri di cui dispone l’ente, Argentina, India e Torlonia oltre al Valle che dovrebbe, terminati i restauri, essere conferito alla Fondazione. A stretto giro è arrivata la replica del responsabile cultura e innovazione di Fdi, “Nessuna forzatura, riunione legittima”, ha dichiarato Federico Mollicone. Come possono confermare gli organismi di vigilanza, la riunione è assolutamente legale in quanto prosecuzione del Cda sospeso nei giorni scorsi dallo stesso presidente. Inopinatamente  – ha sottolineato – il presidente Siciliano alle dieci di sera ha mandato una sconvocazione a data da destinarsi del cda già aperto”. La mia nomina mi porta un misto di contentezza e di dispiacere – ha dichiarato il neo direttore Generale De Fusco. La qualità non è di destra né di sinistra, mi dispiace che non ci sia stata concordia, ma credo di poter recuperare, ha detto.