Ancora un altro morto sul lavoro. A Cave Un operaio di una ditta autorizzata ad effettuare lavori all’interno di giardini privati è rimasto folgorato. Mentre stava potando un albero ha tagliato inavvertitamente i cavi dell’alta tensione. E’ il terzo morto in pochi giorni dopo l’operaio edile dietro via Veneto e il manutentore degli ascensori alla Farnesina. Si tratta di uno stillicidio che deve finire. Scorsa settimana abbiamo chiesto di essere convocati con urgenza al prefetto Piantedosi perché occorre dare risposte adeguate. Così in una nota CGIL Roma e Lazio, CISL Roma Capitale Rieti, UIL Lazio. “Lo scorso anno si è chiuso con il bilancio terribile per Roma e provincia di 74 perdite contro le 71 dell’intero 2019 (dati Inail) in una regione dove aumentano del 76 per cento le denunce di infortuni. Se continua così il primato dell’anno scorso verrà battuto molto presto. “Siamo convinti – dicono ancora i sindacati – che per superare le morti sul lavoro sia fondamentale che le aziende assumano la tutela della salute e della sicurezza non come un mero adempimento burocratico ma come un valore che si traduce in azioni concrete e quotidiane. Alla famiglia va il nostro cordoglio per un dolore immenso; ai colleghi la nostra vicinanza. Ma ora è il momento di dare, e una volta per tutte, un segnale di svolta perché davvero non ne possiamo più di leggere che in una Capitale come Roma si possa morire e morire e ancora morire. Di lavoro”, concludono i sindacalisti