Sono in corso gli accertamenti dopo i due incendi, divampati ieri pomeriggio al centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria.
Ad un mese dalla morte di Ousmane Sylla, il 22enne originario della Guinea, che era stato trovato impiccato con un lenzuolo a una grata del centro di permanenza e rimpatri di Ponte Galeria e dalle conseguenti rivolte dei migranti, ieri nuovi momenti di tensione durante una manifestazione organizzata dal movimento anarchico Hurya. Ignoti, hanno lanciato una bomba carta nel prato di fronte all’ingresso e alcune sterpaglie hanno preso fuoco. Contemporaneamente all’interno della struttura i migranti hanno risposto incendiando alcuni materassi. Entrambi gli incendi sono stati spenti in breve tempo dai Vigili del Fuoco e la situazione è tornata sotto controllo. La manifestazione per richiamare l’attenzione sulle condizioni in cui vivono i migranti nel Cpr, e per ricordare Sylla, si è conclusa in maniera pacifica. Il 22enne è diventato il simbolo del dramma di tanti stranieri che arrivano in Italia cercando un futuro migliore. Il giovane prima di togliersi la vita aveva scritto sul muro il suo nome, il suo cognome, il suo villaggio di provenienza. E una preghiera: “Per favore, riportate il mio corpo in Africa, mi manca tantissimo il mio Paese, mi manca tantissimo mia madre. Le forze dell’ordine non capiscono nulla, nemmeno la mia lingua. Non ne posso più, voglio solo che la mia anima riposi in pace”. Nel corso dei disordini dello scorso febbraio, erano rimasti feriti 2 militari e arrestati 14 migranti.