Dazi: Ue mira a punti dolenti degli Usa nell'incombente guerra tariffaria

Bruxelles, 02 mag 12:31 - (Xinhua) - Mentre Washington continua con le sue misure commerciali aggressive, imponendo dazi a tutto il mondo con poca moderazione, l'Unione Europea (UE) sta intensificando la sua risposta, questa volta nel settore digitale.
La scorsa settimana, l'Ue ha imposto una multa complessiva di 700 milioni di euro (circa 792 milioni di dollari) ai giganti tecnologici statunitensi Apple e Meta in base al Digital Markets Act, la prima importante azione esecutiva dall'entrata in vigore della legge.
Sebbene i funzionari dell'Ue abbiano affermato che le sanzioni non sono correlate alle tensioni commerciali in corso, la tempistica - che coincide con i negoziati Ue-USA sui dazi - suggerisce il contrario.
A differenza del commercio di beni, il commercio di servizi - soprattutto nel settore digitale - è stato a lungo la roccaforte economica dell'America. Ora, giocando la carta del digitale, l'Ue sta colpendo Washington dove fa più male. I giganti tecnologici statunitensi realizzano circa il 30% dei loro profitti in Europa e dominano il suo mercato del cloud computing. Ora, di fronte a un deficit commerciale di 100 miliardi di euro nel commercio dei servizi, l'Ue sta prendendo di mira questo vantaggio chiave degli Stati Uniti.
In risposta ai cosiddetti "dazi reciproci" di Washington, l'Ue ha rapidamente redatto un elenco di ritorsioni che potrebbe imporre dazi fino al 25% su vari prodotti statunitensi.
Sebbene l'Ue abbia ritardato l'attuazione immediata dei dazi di ritorsione per dare spazio ai negoziati, il blocco non ha deposto le armi. I funzionari dell'Ue, tra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, avevano avvertito che, pur essendo pronta a negoziare con Washington, il blocco era anche pronto a rispondere con contromisure.
La posizione irrigidita di Bruxelles non è emersa da un giorno all'altro. È il prodotto di decenni di battaglie commerciali con Washington. Dall'aspra disputa sui dazi sull'acciaio del 2002 alla lunga battaglia sui sussidi Boeing-Airbus, fino ai dazi del 2018 sull'acciaio e l'alluminio europei, l'Europa ha imparato a sue spese che la conciliazione non fa altro che invitare a ulteriori pressioni da parte degli Stati Uniti piuttosto che alla reciprocità e al rispetto.
Per l'Ue, la posta in gioco economica è considerevole. Nel 2024, l'Ue ha esportato negli Stati Uniti beni per un valore di 531,6 miliardi di euro, mentre le importazioni sono state pari a 333,4 miliardi di euro. Industrie come quella automobilistica, dei macchinari e dell'agricoltura dipendono fortemente dal mercato statunitense. Un conflitto tariffario dirompente non solo comprometterebbe parametri economici critici, ma metterebbe anche a rischio milioni di posti di lavoro europei.
In risposta, l'Ue sta accelerando gli sforzi per diversificare i suoi legami commerciali e ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Nel dicembre 2024 ha concluso i colloqui di libero scambio con il blocco commerciale sudamericano Mercosur e, nel marzo 2025, ha tenuto con l'India il 10mo ciclo di negoziati per un accordo di libero scambio. Sempre a marzo, il Commissario europeo per il commercio e la sicurezza economica Maros Sefcovic ha visitato la Cina, segnalando l'impegno ad approfondire la cooperazione economica Ue-Cina. L'Ue sta facendo perno sul Sud globale per ampliare i propri orizzonti commerciali.
Mentre Washington ricorre sempre più spesso a misure commerciali incentrate sui dazi e ad altri mezzi unilaterali che erodono la fiducia transatlantica e minano le fondamenta del sistema commerciale multilaterale globale, l'Ue sembra pronta con una strategia calibrata e su più fronti, pronta a rispondere con decisione quando necessario. (Xin)© Xinhua