la crisi

Nuovo stop nello stabilimento Stellantis

Fermo produttivo dal 3 al 7 novembre

Nuovo stop nello stabilimento Stellantis

Nuovo stop produttivo per lo stabilimento Stellantis Cassino Plant. L’azienda ha comunicato questa mattina la fermata degli impianti per l’intera settimana da lunedì 3 a venerdì 7 novembre per Montaggio, Lastratura e Verniciatura. In questi ultimi due reparti verrà comandato il personale necessario per il riavvio degli impianti.    Cassino Plant recentemente ha confermato i suoi progetti per i nuovi modelli di Alfa Romeo Giulia e Stelvio ma le previsioni parlano di una graduale ripresa non prima dell secondo semestre 2026. Nello stabilimento di Piedimonte San Germano viene prodotta anche la Maserati Grecale ma i volumi delle due Alfa e del Suv del Tridente sono tali da poter essere concentrati su un solo turno di lavoro.

Il commento di Carlo Calenda

“La vicenda Stellantis è una vicenda nazionale che purtroppo non sta avendo la rilevanza che meriterebbe. Personalmente ritengo che ci sia un piano di deindustrializzazione che si completerà dopo le elezioni del 2027 con un accordo che Stellantis ha fatto anche con il governo. Per questa ragione proporrò a tutti i leader dell’opposizione e ai segretari nazionali dei sindacati una grande iniziativa di mobilitazione su questa emergenza e più in generale sull’automotive”. Lo afferma il leader di Azione Carlo Calenda in una nota.

“Negli stabilimenti italiani di Stellantis ci sono esodi incentivati, un massiccio uso della cassa integrazione, e non credo ci saranno nuovi modelli come Elkann ha detto in Parlamento, perchè Stellantis ha un gigantesco problema di cash flow, conseguenza di investimenti sbagliati, e una visione totalmente finanziarizzata e non industriale” E’ una battaglia che va portata a un livello superiore e combattuta con forza, ma accanto a questo va fatto un piano automotive con incentivi diversi da quelli previsti in manovra, che sono sbagliati e vanno corretti, e politiche sul costo dell’energia. La nostra proposta è chiara: al governo abbiamo suggerito di rinnovare le concessioni ai produttori di idroelettrico a un prezzo fissato di 60euro megawattora che per metà vada alle industrie italiane per consentire loro di essere competitive con tedeschi e spagnoli. Purtroppo al momento queste scelte non sono nel radar del governo La situazione degli stabilimenti di Cassino, che andrebbe assolutamente ricompresa nell’estensione della Zes, è desolante. Li visitai anni fa insieme a Marchionne quando qui si producevano 135.000 macchine mentre quest’anno ne verranno prodotte meno di 20.000 e ci lavorano metà delle persone. Bisogna mettere l’attenzione su quello che sta accadendo su Stellantis perché altrimenti nel giro di due anni non avremo più l’industria automobilistica”.