Occupazione in crescita. Ma sempre più precaria. Questo in sintesi il quadro che emerge della provincia pontina dal dossier ‘Il mercato del lavoro nel Lazio’, realizzato dalla Uil regionale e dall’istituto di ricerca Eures. Lo scorso anno gli occupati a Latina e provincia hanno raggiunto le 209.800 mila unità (il 9 per cento del totale regionale), risultato in crescita dell’1,8 per cento rispetto al 2021, quando erano stati 206mila
“Praticamente – spiega Luigi Garullo, segretario generale della Uil di Latina – abbiamo registrato 3.800 occupati in più rispetto al 2021. Un dato positivo, frutto del superamento delle restrizioni dovute alla pandemia, che aveva fatto precipitare le persone occupate nel 2020 a circa 202mila”.
Focalizzando l’attenzione sulle dinamiche di genere osserviamo però come l’incremento occupazionale sia stato determinato in modo consistente dalla componente maschile, che ha segnato un incremento di 2.200 unità, raggiungendo così i 128.900 occupati, laddove le donne lavoratrici sono aumentate di 1.600 mila unità, un risultato che porta la quota femminile a 80.900 unità. Il tasso specifico di occupazione, che lo scorso anno ha segnato appunto un incremento pari a 0,4 punti percentuali (dal 55,1% al 55,5%), resta tuttavia strutturalmente al di sotto del valore regionale e nazionale (rispettivamente 61,8% e 60,1%).
Il dossier approfondisce poi il modello occupazionale, analizzando i dati di flusso di fonte Inps. E qui appaiono crepe vistose: soltanto il 18,7 per cento (9.179 in valori assoluti) dei 49.032 contratti avviati nel 2022 ha avuto carattere stabile, (tempo indeterminato e apprendistato), la restante quota pari a 39.853 attivazioni ha rappresentato forme di occupazione precaria, di cui il 49,8% a termine, il 19,4% stagionale, l’8,6% in somministrazione e il 3,4% intermittente. Particolarmente allarmante è il dato relativo ai contratti stagionali, la cui elevata incidenza appare correlata all’importanza del comparto agricolo nell’economia pontina. “Inquieta e necessita di risposte decise e concrete da parte di tutte le istituzioni la sempre più spiccata tendenza alla precarizzazione del lavoro – aggiunge Garullo – perché è una piaga che attanaglia il mercato del lavoro. Non si può più tollerare che sul precariato e quindi sulle spalle di tante persone si possa basare il modello di produzione, che ha portato a condizioni di vita inaccettabili soprattutto per i giovani”.
Passando ad osservare i dati relativi alla disoccupazione, nel 2022 i cittadini in cerca di lavoro sono stati più di 21mila unità, un valore in calo del 13,9% rispetto al periodo precedente. Ma la riduzione delle persone che cercano lavoro non è dovuta unicamente all’aumento dell’occupazione e alle dinamiche demografiche. “Non a caso – conclude il sindacalista – Latina è l’unico territorio del Lazio a registrare un aumento dei cittadini inattivi, che lo scorso anno sono aumentati di 2.700 unità rispetto al 2021, raggiungendo le 140.500 mila unità”.