Incidenti stradali

Due morti a Sant'Elia Fiumerapido e Nettuno: Marino Viola e Alessandro Cenci

Non ce l'ha fatta nemmeno l'uomo investito lunedì sera a Latina

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Marino Viola, 51 anni, di Cassino, e Alessandro Cenci, 24enne di Nettuno, sono le vittime di due drammatici incidenti stradali. Due nomi, due volti, due esistenze spezzate all’improvviso, lasciando dietro di sé dolore e incredulità.

La vittima di Cassino

La vita di Marino Viola si è infranta sulla superstrada Cassino–Sora, all’altezza di Sant’Elia Fiumerapido. Era a bordo della sua Peugeot quando, per cause ancora da chiarire, si è scontrato frontalmente con un’altra auto, guidata da un 31enne di Atina, ora ricoverato in gravi condizioni a Roma. Marino, manager stimato e responsabile delle risorse umane della Burgo Group di Sora, viveva a Cassino con la sua famiglia. Un uomo apprezzato, rispettato, amato. La notizia della sua morte ha lasciato sconvolti colleghi, amici, e un’intera comunità.

La vittima di Nettuno

Alessandro Cenci aveva solo 24 anni. La sua vita si è fermata a Nettuno, in via Santa Maria Goretti, in uno scontro frontale terribile. Era alla guida della sua Toyota Yaris, quando si è schiantato contro un pick-up condotto da un 65enne di Latina. L’uomo è stato estratto vivo, ma ferito gravemente, dalle lamiere accartocciate dai vigili del fuoco e trasportato d’urgenza in ospedale. Per Alessandro, invece, non c’è stato nulla da fare. È morto sul colpo. Un ragazzo nel pieno della vita, volato via troppo presto.

L'altra vittima a Latina

E poi c’è la storia di un uomo fragile, Jan Tadeusz Grzelak, 72 anni di origine polacca. Jan attraversava sulle strisce pedonali, aiutandosi con un deambulatore, in viale Le Corbusier a Latina. Era lunedì sera. Un’auto, guidata da un anziano di 84 anni, lo ha travolto con violenza. Il suo corpo è stato sbalzato contro il parabrezza, per poi rovinare sull’asfalto. Ricoverato in terapia intensiva, ha lottato per tre giorni tra la vita e la morte. Poi, il suo cuore si è arreso. L’investitore è stato denunciato per omicidio stradale. Tre nomi, tre destini, un dolore che accomuna famiglie, comunità, e cuori feriti. Tre storie diverse, ma legate da un’unica, crudele verità: la strada, ancora una volta, si è presa troppo.