l'allarme

Spiagge devastate dai mezzi meccanici: Legambiente lancia l’allarme

Ogni anno, secondo i monitoraggi dei circoli costieri di Legambiente, vengono distrutti decine di nidi di tartaruga marina e habitat per specie protette come il fratino.

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Spiagge arate da mezzi meccanici che, in nome di una falsa idea di decoro, cancellano habitat naturali e mettono a rischio anche la sicurezza dei bagnanti. Ruspe, trattori e vagliatrici compattano la sabbia, distruggono nidi, uccidono pulcini e alterano gli ecosistemi costieri da Nord a Sud, isole comprese. Dietro questa routine quotidiana si nasconde una vera e propria emergenza sottovalutata e talvolta ignorata da numerosi amministratori locali.

Legambiente, capofila del progetto europeo per la tutela delle aree di nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta, lancia un grido d’allarme: la meccanizzazione selvaggia delle spiagge italiane, unita alla crescente occupazione fisica degli arenili con attrezzature, ombrelloni, passerelle e dehors, sta progressivamente cancellando ogni spazio residuo per la biodiversità costiera. Un processo silenzioso ma devastante, che avviene in aperta violazione delle direttive europee e delle leggi italiane.

È come passare uno spazzaneve in un giardino botanico, sostengono da Legambiente, ogni passaggio meccanico asporta posidonia, legni, conchiglie, riduce l’umidità del suolo, alza la temperatura superficiale e facilita l’erosione. Risultato: biodiversità distrutta e soldi pubblici buttati in successivi costosi ripascimenti artificiali per rimpiazzare la sabbia che la natura avrebbe trattenuto gratuitamente.

In sostanza, la vera sostenibilità richiede rispetto per gli habitat, regole chiare, controlli efficaci e un cambio culturale. Serve una moratoria nazionale immediata sull’uso dei mezzi meccanici durante il periodo di nidificazione e nelle ore di balneazione, il divieto stabile nelle aree naturali protette con controlli regolari da parte di Guardia Costiera e Carabinieri Forestali, e sanzioni adeguate per amministrazioni e gestori recidivi.

Ogni anno, secondo i monitoraggi dei circoli costieri di Legambiente, vengono distrutti decine di nidi di tartaruga marina e habitat per specie protette come il fratino.

Proprio su questo fronte, Legambiente lancia un appello alle Regioni: in queste settimane si stanno scrivendo le nuove Misure di Conservazione sito-specifiche delle ZSC, che andranno a sostituire i vecchi Piani di Gestione. È una fase critica e decisiva per il futuro della Rete Natura 2000 in Italia, da cui dipende l’effettiva protezione dei nostri ecosistemi per i prossimi anni. Le Regioni devono seguirla con attenzione, presentando proposte di regolamentazione efficaci, rigorose, verificabili e sostenibili.