ROMA: TRUFFE BANCOMAT, TRE ORDINANZE

Truffa aggravata in concorso, frode informatica, ricettazione, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento sottratte dal circuito postale. Sono queste le ipotesi di reato per le tre persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla Polizia a seguito di un’indagine coordinata dalla Procura di Roma iniziata nel 2020, quando un’anziana romana denunciò al Commissariato Appio Nuovo una serie di prelievi non autorizzati sul suo conto, con cui erano stati sottratti circa 12 mila euro. Il tutto era avvenuto a seguito di una telefonata ricevuta dalla vittima: una donna, presentatasi come dipendente della sua banca, aveva richiesto il pin del bancomat, che non riusciva a spedire. Dagli accertamenti è emerso che l’anziana non era l’unica vittima. Gli investigatori, lavorando su più di 40 episodi simili, avvenuti su tutto il territorio nazionale, hanno capito che il presunto gruppo criminale, con modalità che sono a tutt’oggi oggetto di accertamento, entrava in possesso delle lettere contenenti le nuove tessere bancomat/carte di credito destinate ai clienti del noto istituto bancario. Con in mano le tessere, i sodali, iniziavano a chiamare i clienti ben sapendo che, con altre modalità, erano già entrati in possesso del pin, cercando di estorcere la combinazione di 5 numeri. Chi non voleva fornire il pin “a voce” veniva invitato a digitarlo sul proprio telefono cellulare. Al fine di sfruttare il più possibile la disponibilità di conti correnti più cospicui, spostavano mediante bonifici, somme di denaro verso conti correnti più “poveri”, sempre appartenenti allo stesso istituto di credito, di cui era stata sottratta la carta bancomat, per prelevare altre somme di denaro. Gli investigatori, passando al setaccio ogni singola telefonata ed operazione bancaria, sono arrivati ad individuare almeno 4 italiani presunti componenti della banda. Durante la fase delle indagini uno dei soggetti presunti responsabili veniva fermato mentre trasportava circa 300 buste dello stesso istituto di credito interessato dalle indagini, con all’interno bancomat e carte di credito, nascoste nel cofano motore. Il giro d’affari sarebbe superiore al milione di euro.