festa del lavoro

La visita del Presidente Mattarella alla BSP: "Salari troppo bassi e le famiglie stentano"

"Il lavoro non può essere morte ma solo dignità per tutti" – ha aggiunto il Presidente

La visita del Presidente Mattarella alla BSP: "Salari troppo bassi e le famiglie stentano"
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I salari dei lavoratori sono troppo bassi, molte famiglie sono in difficoltà, stentano, e questo è "un grande problema per l'Italia". E' l'ora di prenderne atto e fare qualcosa perchè le paghe italiane, tra le più basse dei grandi Paesi europei, sono parte e concausa del problema demografico e dell'inarrestabile fuga dei cervelli all'estero.
E' allarme salari per il presidente della Repubblica che quest'anno ha deciso di ricordare la festa dei lavoratori del primo maggio da una efficiente fabbrica farmaceutica, la Bsp di Latina. Sergio Mattarella ha gettato un sasso nello stagno con il suo richiamo ma in realtà l'acqua da tempo non è immobile: il problema dei salari fermi fa già parte di un vivace dibattitto politico con la richiesta delle opposizioni di introdurre un salario minimo adeguato e con gli sforzi dei sindacati che chiedono l'adeguamento dei contratti dei lavoratori ad un costo della vita galoppante.
Il capo dello Stato parte subito forte e da Latina fa capire che il suo non sarebbe stato un discorso di routine tornando a chiedere fatti e non parole per contrastare l'altissimo numero di incidenti sul lavoro che segnano di nero praticamente ogni giorno del calendario: "è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione. Non sono tollerabili - denuncia il presidente - né indifferenza né rassegnazione. E' evidente che l'impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, le imprese, i lavoratori". In sostanza, aggiunge tra gli applausi "il lavoro non può essere morte ma solo dignità per tutti".
Ma è solo un assaggio perche Mattarella vuole dire forte quanto altri sussurrano, snocciola dati che certificano l'entità del problema, non usa giri di parole per mettere al centro del dibattito politico ciò che definisce "una questione nazionale". I dati forniscono "segnali incoraggianti sui livelli di occupazione", premette ben sapendo che questi registrano un grande aumento del precariato e di contratti a breve se non brevissimo termine. Il dato che spaventa è un altro e il presidente lo cita: "permangono aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l'ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell'Organizzazione internazionale del lavoro.
L'Italia - nota il documento - "si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008", nonostante l'avvenuta ripresa a partire dal 2024. Questo mentre, a partire dal 2022, la produttività è cresciuta". Quindi l'analisi del capo dello Stato si fa più politica: "sappiamo tutti come le questioni salariali siano fondamentali per la riduzione delle disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall'innovazione, dal progresso". Tradotto, tante famiglie non reggono l'aumento del costo della vita.
Poi Mattarella tocca un altro tema caldissimo, quello dei salari dei migranti, ancora meno dignitosi . "Il trattamento dei migranti - con salari che, secondo l'Oil, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali - se non con fenomeni scandalosi come il caporalato, va contrastato con fermezza". E cita le parole di Francesco: "non venga mai meno il principio di umanità". C'è tempo per un invito alla politica: sappia dialogare con le forze sociali, con i sindacati. Anche questo è "un tema fondamentale nell'agenda pubblica".
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