le indagini

La morte di Francesco Valeriano, raccolta fondi per le spese legali

E' l'uomo pestato a Rebibbia e morto dopo mesi in ospedale. La famgilia ha presentato denuncia

La morte di Francesco Valeriano, raccolta fondi per le spese legali

Una richiesta di verità. Una battaglia per avere giustizia per Francesco. È partita sui social una raccolta fondi per sostenere le spese legali della famiglia di Francesco Valeriano, il detenuto di 45 anni di Formia morto nei giorni scorsi all’ospedale di Tor Vergata dopo mesi di coma e un lungo percorso di ricoveri e riabilitazione.  L’uomo era stato brutalmente pestato a fine giugno, mentre era detenuto nel carcere romano di Rebibbia. “Giustizia per Francesco. Sostenere la verità sulla sua morte”, l’appello rilanciato dalla sorella di Valeriano, insieme a un link per le donazioni, per permettere alla famiglia di affrontare un percorso giudiziario complesso e costoso.

“La nostra famiglia sta affrontando un caso critico: la morte di Francesco Valeriano, avvenuta dopo una brutale aggressione nel carcere di Rebibbia e mesi di gestione sanitaria frammentata”, si legge nel messaggio. “Oggi servono risorse per garantire piena trasparenza, rigorosa verifica dei fatti e un percorso legale che produca affidabilità reale”. L’obiettivo della raccolta fondi è chiaro: “Ogni contributo accelera la nostra causa, potenzia la strategia e permette alla famiglia di sostenere un processo di verità”, viene sottolineato nel post, che richiama anche una responsabilità più ampia: “La posta in gioco non riguarda solo Francesco: riguarda il principio di tutela dei cittadini sotto custodia statale”.

Nel frattempo è stata disposta l’autopsia, che sarà eseguita all’Istituto di medicina legale dell’Università Cattolica del Gemelli. In attesa dell’esame autoptico, la famiglia ha presentato una denuncia per lesioni contro ignoti. La morte di Francesco si inserisce in una scia di decessi nelle carceri che continua a sollevare interrogativi e indignazione. Una ferita aperta che, ancora una volta, chiama in causa il sistema penitenziario e il diritto alla vita e alla tutela di chi è affidato allo Stato: “La direttrice parlava di una ‘violenta ed imprevedibile aggressione’. Si era verificato l’esatto opposto di ciò che dovrebbe accadere davanti agli occhi di uno Stato consapevole, vigile. Che cura e che non abbandona. Ma Francesco Valeriano e la sua famiglia sono stati abbandonati”, le parole della senatrice di Avs Ilaria Cucchi, postate sui social da Antonella, la sorella del detenuto morto.