Un ex agente del Sisde di Latina è stato ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, rivelando il coinvolgimento dei servizi segreti nelle prime fasi delle indagini del 1983. L’audizione, durata quasi due ore e completamente secretata, ha riguardato soprattutto le attività di monitoraggio svolte all’epoca sulla famiglia Orlandi. All’uscita da Palazzo San Macuto, il settantenne è stato avvicinato dal giornalista Rai Massimo Giletti, che lo ha incalzato con domande sul presunto avviso dato allo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, in merito a un pedinamento. L’ex 007 ha reagito con un pugno al conduttore, provocando momenti di tensione. Il contenuto dell’audizione, protetto dal segreto, avrebbe comunque confermato l’interessamento del Sisde nelle prime ore dopo la scomparsa della quindicenne vaticana.
La vicenda
I servizi segreti italiani si occuparono della scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana svanita nel nulla il 22 giugno 1983 all’età di 15 anni. Tra gli agenti del Sisde coinvolti nelle attività di monitoraggio della famiglia Orlandi figurerebbe anche un ex militare di Latina, oggi settantenne, ascoltato nei giorni scorsi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che sta approfondendo ogni pista rimasta in sospeso su un giallo irrisolto da oltre quarant’anni.
L’uomo, indicato con le iniziali C.M., prestava servizio presso il raggruppamento Sisde di Roma all’epoca dei fatti. La sua audizione a Palazzo San Macuto è durata un’ora e cinquanta minuti, dalle 13:55 alle 15:46. Il contenuto è stato secretato su richiesta dello stesso ex agente, che ha negato il consenso alla registrazione video per ragioni di riservatezza. Fino all’apertura della nuova inchiesta parlamentare, il suo nome non era mai emerso nell’ambito del caso Orlandi. La trasmissione Lo Stato delle Cose, condotta da Massimo Giletti su Raitre, aveva già anticipato l’interessamento del Sisde, mostrando documenti che attestano attività di pedinamento nei confronti di alcuni familiari di Emanuela, tra cui lo zio Mario Meneguzzi, figura al centro di attenzioni investigative negli anni Ottanta e tornata ora sotto verifica da parte della Procura di Roma, che sta vagliando tutte le piste possibili.
Proprio sul ruolo di Meneguzzi potrebbe ruotare parte dell’audizione dell’ex agente di Latina, che secondo ricostruzioni giornalistiche sarebbe stato tra i primi a entrare nella casa degli Orlandi dopo la scomparsa. All’uscita da Palazzo San Macuto, Giletti ha avvicinato l’ex 007 chiedendogli perché il Sisde avesse avvisato Meneguzzi che era pedinato dagli investigatori. Dopo alcune risposte evasive, il settantenne ha reagito colpendo il giornalista con un pugno. Poche le informazioni trapelate finora dall’audizione, vincolata alla segretezza. Secondo quanto filtra in ambienti parlamentari, l’ex agente avrebbe soltanto confermato l’interessamento del Sisde al caso nelle ore immediatamente successive alla sparizione della giovane, senza aggiungere molti dettagli rispetto a quanto già noto alla Commissione bicamerale.