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Emergenza caldo, due operai morti in tre giorni nel Frusinate

Durante un incontro alla Regione, si è discusso anche della possibile estensione dell’ordinanza ai lavoratori del food delivery

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L’emergenza caldo continua a mietere vittime tra i lavoratori esposti. In provincia di Frosinone si contano due morti sospette in soli tre giorni, presumibilmente legate all’ondata di afa che da settimane investe il Lazio. Ma nei campi dell’agro pontino, dove è in vigore l’ordinanza salvavita del presidente Rocca, la situazione sembra sotto controllo: le attività si fermano tra le 12:30 e le 16 e i campi risultano deserti durante le ore più calde.

Due tragedie tra i cantieri della Ciociaria

L’ultima vittima è Anthony Fico, 58 anni, di Pomigliano d’Arco, colto da malore ieri mattina mentre lavorava ad Atina alla posa della fibra ottica in via Randolfi. È morto sul posto nonostante i tentativi di rianimazione. Due giorni prima, a Giuliano di Roma, era deceduto Domenico Radici, 57 anni, operaio edile di Pofi, accasciatosi appena arrivato in cantiere. I carabinieri, intervenuti in entrambi i casi, non escludono un possibile legame con il caldo estremo, ma sarà la magistratura a stabilire le cause definitive.

Il decreto Rocca e il numero verde contro le violazioni

Per fronteggiare il rischio, la Regione Lazio ha varato il cosiddetto “decreto Rocca”, che vieta i lavori all’aperto nei settori più esposti – come edilizia, agricoltura e florovivaismo – tra le 12:30 e le 16:00, nei giorni in cui la mappa Worklimate indica un rischio “alto” per i lavoratori sotto il sole. Il provvedimento resterà in vigore fino al 31 agosto. I sindacati, tra cui la Filca-Cisl, hanno attivato un numero verde regionale (800.034.264) per segnalare cantieri e aziende che violano il divieto. Solo a Frosinone, nelle prime 24 ore di attivazione, sono arrivate 15 segnalazioni.

Campi deserti tra Pontina e Litoranea: «Troppo caldo per lavorare»

Ma nel territorio pontino – una delle zone più colpite dall’ondata di calore – la normativa sembra dare i suoi frutti. Da Latina a Terracina, passando per Pontinia, Sabaudia e Borgo Hermada, dopo le 12:30 i campi e le serre sono completamente vuoti. Nessun bracciante al lavoro nella fascia più critica della giornata, nemmeno nelle coltivazioni di cocomeri, in piena raccolta. Le testimonianze dei lavoratori sono chiare: «Non si lavora, troppo caldo». Le serre, i piazzali agricoli e perfino le piccole aziende del settore rispettano lo stop, nonostante i timori iniziali dei sindacati su possibili violazioni, soprattutto da parte delle realtà più piccole. Anche le attività nei cantieri monitorate ieri sono risultate in regola.

Prossime estensioni: verso la tutela dei rider

Durante un incontro alla Regione, si è discusso anche della possibile estensione dell’ordinanza ai lavoratori del food delivery, per tutelare anche i rider, spesso costretti a pedalare sotto temperature estreme. La Fai-Cisl e la Filca-Cisl, coinvolte nel confronto, hanno sottolineato l’importanza di allargare la protezione a tutte le categorie più esposte. In un’estate che si preannuncia ancora lunga e rovente, la battaglia contro il caldo nei luoghi di lavoro resta prioritaria. Se da un lato si contano vittime dolorose, dall’altro si intravedono segnali positivi dove la prevenzione funziona. Ma restare vigili è fondamentale: il caldo, per i lavoratori all’aperto, può essere letale.