IL BLITZ

Droga e telefoni in carcere, sei misure cautelari

Gli indagati, tutti residenti tra le province di Roma, Frosinone e Latina, sono accusati di aver preso parte a un’organizzazione che introduceva illegalmente telefoni cellulari e droga all’interno della casa circondariale

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Nelle prime ore di questa mattina, la Polizia di Stato ha eseguito sei misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino. Gli indagati, tutti residenti tra le province di Roma, Frosinone e Latina, sono accusati di aver preso parte a un’organizzazione che introduceva illegalmente telefoni cellulari e droga all’interno della casa circondariale di Cassino.

Le ordinanze

Due persone sono finite agli arresti domiciliari, altre due sono state sottoposte all’obbligo di dimora, mentre per gli ultimi due è scattato l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Frosinone e dal Commissariato di Cassino, ha preso il via lo scorso ottobre. Fondamentali le intercettazioni telefoniche e ambientali, le analisi sui cellulari sequestrati in carcere e le immagini delle telecamere posizionate nei pressi della struttura.

Bottiglie con fili, caricatori, stupefacenti

Il quadro emerso è preoccupante: secondo gli inquirenti, esisteva una vera e propria rete tra detenuti e complici all’esterno. Attraverso metodi ingegnosi – come bottiglie legate a corde lanciate oltre il muro di cinta – venivano introdotti mini telefoni, schede SIM e sostanze stupefacenti, tra cui cocaina e hashish.

La droga e i dispositivi venivano poi rivenduti all’interno del carcere, generando profitti significativi. I pagamenti avvenivano tramite ricariche su carte prepagate, difficili da tracciare.

Oltre ai sei destinatari delle misure restrittive, ci sono altri dodici indagati, tutti detenuti, sorpresi con telefoni cellulari all’interno delle celle. Per loro si ipotizza il reato di utilizzo illecito di dispositivi di comunicazione durante la detenzione.