La decisione

Bomba in Caserma, la Cassazione nega il risarcimento

La Suprema Corte ha confermato la sentenza d'Appello

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Nessun risarcimento alla famiglia di Alberto Andreoli. A venti anni dalla tragica esplosione di una bomba nella caserma del comando provinciale dei Carabinieri di Latina è arrivata la decisione della Corte di Cassazione che ha negato il risarcimento ai familiari dell’appuntato dei Carabinieri che ha perso la vita in quella tragica giornata.

L'esplosione in Caserma nel 2005

Era il 14 settembre 2005 quando è esploso un ordigno che ha causato la morte del militare. Le indagini su questa vicenda ad oggi non hanno portato risposte certe in sede penale. Risposta certa che invece adesso è arrivata in sede civile con la decisione della Cassazione. Nel 2013 il Tribunale di Roma aveva condannato il Ministero della Difesa a risarcire la moglie e le figlie di Andreoli per un totale di 761 mila euro. Sentenza poi riformata dalla Corte d’Appello di Roma nel 2022 che ha accolto il ricorso proposto dal Ministero della Difesa e dal Ministero dell’Interno. Per i giudici, infatti, l’ordigno non era stato introdotto in caserma da terzi, così come la deflagrazione della bomba non era riferibile all’azione di terzi.

La decisione della Cassazione che conferma l'Appello

I familiari dell’Appuntato hanno quindi fatto ricorso in Cassazione, ma i giudici della Suprema Corte adesso hanno confermato quanto stabilito in Appello, hanno negato il risarcimento. Al momento, dunque, in questa drammatica vicenda, l’unica certezza dal punto di vista giudiziario sembra essere l’esclusione della responsabilità del Ministero della Difesa. Perché quella bomba si trovava in caserma a Latina, perché era tra le mani della vittima, che l’ha attivata, sono domande che, a distanza di 20 anni, non hanno invece ancora trovato una riposta.