ARRESTATA ANCHE LA COMPAGNA

Aggressione e minacce di morte ai poliziotti, arrestato Sapurò Di Silvio

L'uomo ha iniziato a inveire violentemente contro gli agenti, pronunciando insulti e gravi minacce. Tra queste, si è sentito: «Ti sparto in testa a te e tutta la tua famiglia»

Aggressione e minacce di morte ai poliziotti, arrestato Sapurò Di Silvio

L’escalation della violenza e le minacce

Nonostante i tentativi dei poliziotti di riportare la calma e farli uscire dal locale, Antonio Di Silvio e la compagna si sono rifiutati di collaborare. L’uomo ha iniziato a inveire violentemente contro gli agenti, pronunciando insulti e gravi minacce. Tra queste, si è sentito: «Ti sparto in testa a te e tutta la tua famiglia», seguita dalla sprezzante affermazione «Non contate niente, io sono un Di Silvio», a cui si è aggiunta anche la donna.

La situazione è poi precipitata in un atto di aggressione fisica quando Di Silvio, per tutta risposta agli sforzi di pacificazione, ha colpito al volto uno degli agenti con una manata. A quel punto, l’uomo è stato immediatamente immobilizzato e condotto in Questura per l’arresto, sorte toccata anche alla compagna. Prima del trasferimento in carcere, in preda a un forte stato di agitazione, Antonio Di Silvio è stato portato al pronto soccorso in ambulanza.

I precedenti

L’entità delle minacce è ora al vaglio della Procura, data l’appartenenza di Antonio Di Silvio a un’influente famiglia della malavita pontina, quella dei Di Silvio. Sebbene l’uomo sia considerato da tempo un personaggio di secondo piano, il suo legame familiare è significativo: è fratello di Costantino “Patatone” Di Silvio, attualmente detenuto per l’omicidio di Fabio Buonamano avvenuto nel 2010, e figlio di Ferdinando “il bello”, ucciso da un ordigno esplosivo nella sua auto nel 2003. Lo stesso Sapurò ha un passato segnato da episodi violenti. Circa vent’anni fa, si rese protagonista di un altro grave fatto di cronaca quando, armato di pistola, esplose alcuni colpi in aria all’ingresso di una discoteca dove gli era stato negato l’accesso. In quell’occasione, rimase ferito dai colpi esplosi in risposta da un carabiniere fuori servizio, una ferita che gli causò una grave disabilità.