Un no secco al maxi aumento di capitale da 30 milioni richiesto da Acqualatina. È questa la posizione emersa dalla conferenza dei sindaci dell’Ato4, che si è riunita in una seduta concitata e piena di contrasti. Alla fine, però, i primi cittadini hanno trovato una linea comune, sottoscrivendo un documento unitario da inviare al management della società che gestisce il servizio idrico fino al 2032. La richiesta è chiara: revocare l’assemblea convocata per il 17 settembre – con eventuale data di riserva il 19 – e aprire un tavolo di confronto. Una soluzione di mediazione, proposta dai Comuni di Latina, Terracina e Sezze, per evitare lo scontro frontale e cercare un accordo che scongiuri scenari peggiori.
Nessun dubbio invece per i sindaci del Partito Democratico, per Carla Amici di Roccagorga e per il presidente dell’Egato4, Gerardo Stefanelli: l’aumento di capitale non è sostenibile e rischierebbe di trascinare Acqualatina verso il default e la liquidazione, ipotesi che in molti giudicano da tempo inevitabile. Diverse le voci critiche anche verso Italgas, nuovo socio considerato assente nel dialogo con i Comuni. Ma per il vicesindaco di Terracina, Claudio De Felice, il problema è di liquidità, non di gestione: senza interventi, la società rischia di fermarsi già a gennaio. Per ora, i 30 milioni richiesti restano lontani, e i sindaci ribadiscono il loro no compatto. Ora la palla passa al consiglio di amministrazione di Acqualatina.