Situazione inaccettabile

Proclamato lo stato di agitazione all'Ater

I Sindacati alzano il livello della mobilitazione.

Proclamato lo stato di agitazione all'Ater
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Gravissima la situazione: stipendi non pagati, servizi fermi, personale abbandonato. I Sindacati alzano il livello della mobilitazione.

Si è svolta oggi, in condizioni a dir poco inaccettabili – senza neppure la concessione di un locale idoneo da parte dell’Amministrazione – l’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ATER di Frosinone, alla presenza dei dirigenti sindacali territoriali e regionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL.

L'incontro

L'incontro si è reso necessario alla luce dell’intollerabile stato di abbandono in cui versa l’Ente, attualmente in fase di commissariamento. Non solo non sono stati corrisposti gli stipendi del mese di maggio, ma l’ATER è oggi incapace di garantire le attività minime di manutenzione delle abitazioni popolari, né riesce a fornire al personale i materiali e gli strumenti essenziali per lo svolgimento delle proprie mansioni.

Una situazione drammatica, insostenibile, che colpisce al cuore i lavoratori e gli inquilini.

"Di fronte a questo scenario inaccettabile, l’Assemblea ha deliberato all’unanimità la proclamazione dello STATO DI AGITAZIONE, - spiegano i sindacati nella nota - con contestuale richiesta di attivazione della procedura di raffreddamento presso Sua Eccellenza il Prefetto di Frosinone.

Le richieste

Alle strutture regionali di categoria è stato chiesto con forza di pretendere l’apertura immediata di un TAVOLO PERMANENTE DI CRISI, che affronti non solo l’emergenza dell’ATER di Frosinone, ma anche quella delle altre ATER del Lazio, molte delle quali si trovano in condizioni analogamente critiche.

La situazione è diventata inaccettabile. Il personale non può essere lasciato senza stipendio. Gli inquilini non possono vivere in case senza manutenzione. I lavoratori non possono essere privati di strumenti e dignità.

È il momento delle risposte, non dei rinvii. È il momento della responsabilità, non del silenzio. È il momento della mobilitazione, e noi siamo pronti."

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