Lavoro e calo demografico, tre mila persone in meno nei prossimi dieci anni
Entro il prossimo decennio una variazione assoluta negativa
Le proiezioni demografiche indicano che, entro i prossimi dieci anni, la popolazione in età lavorativa presente in Italia diminuirà di quasi 3 milioni di unità. Tale calo è attribuibile al progressivo invecchiamento della popolazione: con un numero sempre più ridotto di giovani e un consistente gruppo di baby boomer prossimo all’uscita dal mercato del lavoro per raggiunti limiti d’età. Va sottolineato che tutte le 107 province italiane monitorate in questo studio registreranno entro il prossimo decennio una variazione assoluta negativa, confermando che il fenomeno colpirà indistintamente tutte le aree del Paese. L’analisi è stata realizzata dall’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato le previsioni demografiche dell’Istat.
Se si considera il declino demografico insieme all’instabilità geopolitica, alla transizione energetica e a quella digitale, nei prossimi anni le imprese sono destinate a subire dei contraccolpi molto preoccupanti. La difficoltà, ad esempio, nel reperire giovani lavoratori da inserire nelle aziende artigiane, commerciali o industriali è un problema sentito già oggi. È importante sottolineare che chi spera in un’inversione del trend demografico rischia di rimanere deluso, poiché non esistono misure efficaci in grado di modificare questa tendenza in tempi ragionevolmente brevi. Inoltre, nemmeno il ricorso alla manodopera straniera potrà risolvere completamente la situazione. Di conseguenza, dobbiamo prepararci a un progressivo rallentamento del Pil.
Va inoltre considerato che una società con una popolazione sempre più anziana e meno giovane dovrà affrontare un aumento rilevante della spesa previdenziale, sanitaria e assistenziale, con implicazioni molto negative anche sui conti pubblici. Dati non certo rassicuranti quelli provincia per provincia. Per Frosinone la contrazione prevista a 10 anni è pari a 31.145 ciò significa in percentuale una contrazione del 10,7%. A Rieti saranno 83.900 i posti di lavoro con una contrazione prevista di 9.359 in valore assoluto e 10 per cento percentuale. A Viterbo 177.269 posti di lavoro che significa una contrazione di 15.954 unità ovvero meno 8,3%. Latina 341.579 posti di lavoro, decremento di 23.924 unità, meno 6,5%. Nella provincia di Roma sono previsti 2.545.882 posti di lavoro il che significa una contrazione di 186.778 unità che indicherebbe una contrazione in percentuale pari a 6,8%.