ABC, sindacati all’attacco “Basta promesse, servono atti concreti”
Proclamato lo stato di agitazione. Settembre sarà il mese decisivo.
E’ stato un incontro acceso quello tra il sindaco di Latina, Matilde Celentano, e i rappresentanti sindacali di FP CGIL, FIT CISL e FIADEL, convocati presso la sede dell’Azienda Speciale ABC. Sul tavolo, il destino di oltre 240 lavoratori e il futuro stesso del servizio pubblico di igiene urbana.
Il primo cittadino ha provato a rassicurare, escludendo qualsiasi ipotesi di privatizzazione e annunciando il rilancio dell’azienda attraverso un nuovo piano industriale, che – promette – sarà presentato già la prossima settimana. Ma le sigle sindacali non ci stanno, a loro dire troppe volte quelle promesse sono state disattese. “La sindaca si è insediata da oltre due anni – ricorda la FP CGIL – e il piano industriale è stato annunciato più volte, ma mai visto. Intanto, l’azienda è costretta a operare in regime provvisorio, senza bilanci approvati e con risorse sempre più scarse.”
Dito puntato sul consiglio del 31 luglio
E il dato più allarmante arriva proprio dal Consiglio Comunale del 31 luglio scorso: 700mila euro in meno nel bilancio di ABC, nonostante il parere contrario dell’assessore di riferimento. Per i sindacati, un taglio netto che smentisce ogni volontà di rilancio. Celentano, da parte sua, ha definito ABC “una costola dell’Amministrazione” e ha parlato del dovere di tutelare i lavoratori, che ha chiamato “padri di famiglia”. Un’espressione che non è passata inosservata “Tra quei 240 lavoratori – hanno sottolineato i sindacati – ci sono anche molte madri, e tutte le famiglie meritano rispetto e certezze”.
Poi l’ironia dei sindacati sul nuovo piano, che promette cassonetti intelligenti: “Come le bombe intelligenti evocate in passato, anche questi rischiano di colpire proprio chi non dovrebbe: i lavoratori e i cittadini.” “Non ci accontenteremo di parole o slide ben confezionate – aggiungono i rappresentanti sindacali –. A settembre pretendiamo risposte. Non tollereremo il silenzioso smantellamento di un bene comune essenziale.”
Intanto, è già stato proclamato lo stato di agitazione. La posta in gioco è alta: il diritto dei cittadini a una città pulita e il diritto dei lavoratori a un futuro dignitoso.