“Quello di Calvosa non è un ricordo fine a se stesso ma una nostra proiezione verso il futuro”: lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi commemorando questa mattina a Frosinone il procuratore della Repubblica Fedele Calvosa assassinato l’otto novembre 1978 insieme alla sua scorta da un commando terrorista delle Formazioni Comuniste Combattenti. “Per me è una grande emozione anche di carattere personale. Quella di Calvosa fu un vicenda che segnò molto anche me: alcuni terroristi che parteciparono all’agguato erano della mia città, Avellino. Tanti interrogativi mi posi all’epoca e li ritroviamo nell’attualità di oggi” ha detto il ministro. Piantedosi ha ricordato che la sobrietà deve fare parte della magistratura: “Le cerimonie sono un momento di analisi e di vicinanza. Però ci devono proiettare al futuro. Cosa ci hanno insegnato i fatti avvenuti qui nel 1978? La figura di Calvosa ci viene trasmessa con la propria sobrietà di magistrato. Che ebbe un’importanza notevole nel lasciare un’Italia migliore grazie al suo esempio ed ai suoi principi”. Per Piantedosi “Calvosa dimostrò che era possibile in quegli anni il rispetto verso il prossimo e non una giustizia basata sull’autoritarismo”