Domani sera alle 20, nella frazione di Macallè a Priverno, dopo due anni di assenza, torna la IL TRADIZIONALE EVENTO DEI FAVONI che ha rappresentato per anni momento unitario di tradizione popolare che coinvolgeva l’intero Paese dal Centro storico alla più lontana delle Periferie.
Quest’anno il Favone sancisce il passaggio dall’inverno alla Primavera e rappresenta la viva speranza di un ritorno alla normalità. Ancora una volta è il Comitato di quartiere di Boschetto, Gricilli e Macallè a curare l’organizzazione di questo lieto evento. Fin dall’antichità il Fuoco veniva visto come purificatore “catartico” mentre la cenere, risultato della combustione, in origine veniva sparsa sui campi come concime. Come avveniva nel passato le fascine di frasche e sarmenti verranno accumulate intorno ad un palo o filagna, alto vari metri, a cui si darà fuoco nella serata di domani. Dopo l’accensione del Focaraccio, la Festa proseguirà con una ricca polentata con farinella di granturco d’agosto, prelibatezza di altri tempi. Non mancheranno canti e balli popolari con la *Band di Nicola e Cesare e l’organetto di Fabio,oltre al Karaoke. L’evento verrà svolto nel rispetto della vigente normativa anti Covid.
Negli anni 60 si faceva anche a Terracina, nel giorno di San Giuseppe. A farlo eravamo noi ragazzini, credo si facesse in ogni quartiere, come fosse una gara. Nei giorni precedenti eravamo impegnato nella raccolta della legna per fare la catasta (favone) più alta possibile. Smettevamo ogni gioco e ci dedicavamo solo a quello. La sera di San Giuseppe si accendeva il falo’