Arresti e indagati nell’inchiesta denominata “Porta napoletana” a Terracina. Le musure cautelari nei confronti di più persone gravemente indiziate, a vario titolo, di scambio elettorale politico mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e turbata libertà degli incanti. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia capitolina.
I nomi
In carcere Eduardo (Dino) Marano, legato al clan camorristico “Licciardi”, espressione della cosiddetta Alleanza di Secondigliano; ai domiciliari il consigliere Gavino De Gregorio, eletto alle ultime amministrative nella lista del sindaco Giannetti e il titolare di un’agenzia immobiliare Michele Minale. Obbligo di firma per Andrea Belviso, considerato un prestanome di Minale e il divieto di esercitare la professione di commercialista per 12 mesi a Roberto Carocci. Sequestro preventivo, ai fini della confisca, di beni immobili e quote societarie per un valore complessivo di oltre 10.000.000 di euro.
Le indagini
Più in particolare, l’indagine dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, condotta dal giugno 2022 all’ottobre 2023, e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, trae origine dall’attività infoinvestigativa sviluppata dai Carabinieri sul territorio che ha consentito di apprendere dell’inserimento nel
tessuto economico-imprenditoriale, politico e sociale della città di Terracina di un’importante famiglia inserita, anche per vincoli di sangue, nel noto Clan Liccardi di Napoli.
Le investigazioni hanno consentito di:
– documentare le presunte condotte poste in essere da un pubblico funzionario di Terracina, unitamente ad un soggetto appartenente al citato clan camorristico dei LICCIARDI, inserito nella più ampia e nota Alleanza di Secondigliano, il quale avrebbe chiesto ed ottenuto da quest’ultimo un appoggio in occasione delle elezioni amministrative tenutesi nel maggio 2023 a Terracina;
– cristallizzare le presunte condotte illecite tenute dai predetti due indagati in ordine a reiterate condotte violente e minacciose che avrebbero posto in essere nei confronti di una vittima costretta a versare un’imprecisata somma di danaro in relazione ad un precedente prestito usurario;
– circostanziare le presunte condotte illecite di un imprenditore del luogo, in rapporti con il soggetto appartenente al citato clan, che avrebbe fittiziamente intestato a terzi diversi immobili, quote societarie ed attività commerciali situate in Napoli, Terracina, San Felice Circeo ed a Roma al fine di eludere un’eventuale misura di prevenzione patrimoniale a suo carico;
– eseguire il sequestro preventivo, ai fini della confisca, di 7 locali commerciali (un’intera galleria commerciale), 1 B&B, 20 unità immobiliari e 3 terreni per un valore complessivo di oltre 11.000.000 di euro
Contestualmente, i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina stanno procedendo alla notifica dell’informazione di garanzia emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina nei confronti di 11 soggetti indagati, a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta dei crediti di imposta, corruzione e turbata libertà degli incanti, la cui posizione è stata vagliata dalla predetta Autorità Giudiziaria a seguito di stralcio eseguito nell’ambito del suddetto procedimento penale per il quale la Procura Distrettuale Antimafia di Roma ha ordinato l’odierna esecuzione delle misure cautelari sul territorio di Terracina.
Parla il Tenente Colonnello Salvatore Pascariello, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Latina.