A Sezze un giovane è stato aggredito, picchiato e derubato alla stazione ferroviaria nel pomeriggio del 3 dicembre. Il ragazzo, appena sceso dal treno, è stato circondato da un gruppo di coetanei che gli hanno strappato la catenina d’oro dal collo. Il padre, dopo aver sporto denuncia, ha denunciato l’episodio sui social parlando di un grave problema di sicurezza nella zona. L’uomo chiede maggiori controlli, videosorveglianza e illuminazione adeguata per evitare altri episodi. Rivolto anche un appello a chiunque possa aver assistito alla scena. Al suo ritorno a casa, con il treno successivo, il padre ha provveduto ad accompagnare il figlio prima al pronto soccorso di Latina e poi in Questura per la denuncia.
A raccontare l’accaduto sui social è stato il padre che ha così commentato: «Questa è la foto di mio figlio dopo essere stato aggredito, picchiato e derubato alla stazione di Sezze. Sì, alla nostra stazione, quella che ogni giorno centinaia di persone – soprattutto giovani – sono costrette a frequentare per studiare, lavorare, vivere. Quello che gli è accaduto non è più un fatto isolato. È un segnale chiaro e allarmante: a Sezze esiste un problema di sicurezza che continua a essere ignorato, minimizzato, coperto da frasi di rito e promesse che non cambiano nulla. La stazione, soprattutto nelle ore serali, è diventata una terra di nessuno: assenza di controlli, zone buie, individui che si muovono indisturbati, nessuna presenza costante delle forze dell’ordine, nessun deterrente reale. E chi paga il prezzo? Ragazzi, pendolari, cittadini comuni. Proprio come mio figlio. Non è accettabile che una comunità intera debba convivere con la paura. Non è accettabile che si debba sperare “che non capiti stavolta”. Non è accettabile che chi torna da scuola o dal lavoro debba guardarsi le spalle, pronto a scappare. Questa non è una polemica politica. È un richiamo urgente alla responsabilità, perché il tema sicurezza non appartiene a una parte, ma alla vita di tutti. Chiedo con forza: maggiore presenza delle forze dell’ordine; videosorveglianza funzionante e monitorata; illuminazione adeguata; interventi immediati nelle aree più critiche del territorio. Perché finché non accade a noi sembra tutto lontano. Poi succede e allora capisci che il problema è già qui da troppo tempo».