Crediti di imposta fittizi per 14 milioni di euro usati per compensare il pagamento di tasse e contributi previdenziali. È quanto contesta la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a 42 persone e 25 società operanti su tutto il territorio nazionale. L’ufficio inquirente ha richiesto e ottenuto dal gip il sequestro di denaro, beni mobili e immobili per il valore della somma contestata (14 milioni); i provvedimenti sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza di Latina, in particolare dai finanzieri del Gruppo di Formia cui sono state delegate le indagini dalla Procura. Convolti professionisti e imprenditori pontini
Le indagini
Tra gli indagati figurano otto soggetti residenti nel sud pontino tra Formia, Minturno e Santi Cosma e Damiano, cinque tra Latina, Cori e Sermoneta, altri cinque tra Frosinone, Cassino, Fiuggi, Esperia e Castrocielo. Tra le persone coinvolte anche soggetti abilitati ad apporre visti di conformità sulle dichiarazioni fiscali recati crediti di imposta; erano loro, secondo l’accusa, a falsificare le carte delle aziende facenti parte del circuito illecito, facendo apparire con i loro visti di conformità come versati acconti fiscali in realtà mai pagati, e generando un credito di imposta che permetteva alle società di portare ingenti somme a compensazione dell’Ires, dell’Iva e dell’Irap; i crediti fiscali inesistenti restavano poi nello stesso “giro”, passando da un’azienda compiacente ad un’altra, che li riutilizzava sempre secondo le stesse modalità illecite. L’inchiesta è nata da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate su presunte condotte anomale da parte proprio di alcuni soggetti abilitati ad apporre visti di conformità sulle dichiarazioni fiscali