IN AULA A MARZO

Morto dopo un intervento di routine al cuore, la denuncia dei familiari

A marzo prossimo in tribunale: contestate infezioni letali contratte durante il ricovero e la rottura dei punti di sutura

Morto dopo un intervento di routine al cuore, la denuncia dei familiari

Caso di presunta malasanità denunciato dai familiari di un 53 enne di Cisterna, morto dopo essersi sottoposto ad un intervento al cuore per una patologia cardiaca dalla nascita presso l’ European Hospital di Roma. Fatali sarebbero stati la rottura di punti di sutura e le infezioni contratte durante la degenza ospedaliera.

La vicenda

Fatti che risalgono a novembre del 2022,  quando il quadro clinico precipitato in pochi giorni ha portato al decesso dell’uomo, che era stato rassicurato dai medici della buona riuscita dell’operazione, proposta come di routine e di facile esecuzione.

Un intervento non necessario, ma consigliato per migliorare la qualità di quella vita, come riporta nella nota l’avvocato Renato Mattarelli, che assiste la moglie e i due giovani figli  ed ha notificato l’atto di di citazione alla struttura sanitaria per l’udienza che si terrà il 18 marzo 2026 presso il tribunale di Roma. Il legale afferma come l’uomo: “Aveva una discreta (se non una buona salute) e che è solo logico e presumibile ritenere che le gravissime infezioni contratte e che lo hanno ucciso siano di natura ospedaliera”.

L’autopsia

Secondo l’avvocato Mattarelli, dalla lettura della cartella clinica e soprattutto dal riscontro diagnostico-autoptico del professor Fineschi della università La Sapienza, sussistono prove dirette sia della serie di errori chirurgici esitati in emorragie per la rottura dei punti di sutura, sia che le infezioni sono state contratte esclusivamente durante il ricovero.

Risulta infatti che prima del ricovero il paziente non era affetto da alcuna infezione (che avrebbe peraltro reso ineseguibile l’intervento chirurgico) e che, invece, durante la degenza al 53enne veniva diagnosticato il contagio da infezioni quasi esclusivamente di natura ospedaliera come lo staphylococcus epidermidis e hominis, klebsiella pneumonaie e candida albicans che in pochi giorni hanno fatto collassare i principali organi vitali del 53enne e causato la morte.

Ad aggravare la condotta medico sanitaria, l’avvocato Mattarelli afferma esservi l’assenza di un valida informazione del paziente che non si sarebbe mai sottoposto all’intervento se correttamente informato dei rischi di morte e delle alternative terapeutiche, compresa quella di non operarsi affatto visto la non necessarietà della chirurgia.