A ventidue anni dalla strage di Nassiriya, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha voluto rinnovare la memoria di quella tragica giornata del 12 novembre 2003, in cui persero la vita 19 italiani – tra militari e civili – impegnati in una missione di pace in Iraq. «Il mio pensiero va alle vittime di quel vile attentato e alle loro famiglie», ha dichiarato Rocca, sottolineando come il loro impegno fosse guidato da un profondo senso del dovere e dal desiderio di servire il Paese anche in contesti difficili.
Una ferita nella memoria collettiva
L’attentato di Nassiriya rappresenta una delle pagine più dolorose della storia recente italiana. Quella mattina del 2003, un camion bomba colpì la base “Maestrale”, sede del contingente italiano. L’esplosione causò la morte di 12 carabinieri, 5 soldati dell’Esercito e 2 civili, lasciando il Paese in lutto e incidendo profondamente nella coscienza nazionale. «Il 12 novembre resta una ferita profonda nella nostra memoria collettiva», ha ricordato Rocca.
Il valore del servizio e del coraggio
Il presidente ha voluto rimarcare come il sacrificio di quei militari e civili testimoni ancora oggi l’impegno dell’Italia per la pace e la sicurezza internazionale. «Erano persone che hanno scelto di difendere valori universali come la legalità e la libertà», ha detto Rocca, evidenziando il coraggio di chi, lontano dai confini nazionali, ha affrontato il pericolo per un ideale più grande.
La vicinanza della comunità regionale
Nel suo messaggio, Rocca ha espresso la solidarietà della comunità del Lazio alle famiglie delle vittime, alle Forze Armate e a tutti coloro che ogni giorno operano per la pace, spesso lontano dai riflettori. «La loro dedizione e il loro sacrificio non saranno mai dimenticati», ha concluso, invitando a mantenere viva la memoria di chi ha dato la vita per servire il Paese.