Durante la seduta del Consiglio comunale di Sezze del 28 ottobre scorso, è stata approvata la revoca di una delibera, la numero 18 del 16 marzo 2012, con cui era stato adottato il Piano Urbanistico Comunale Generale (P.U.C.G.). Una decisione che segna un cambio di passo strategico decisivo e che guarda al futuro della pianura di Sezze, area ritenuta chiave per lo sviluppo economico, residenziale e sociale della città.
La nota del Comune
L’iter per l’approvazione del precedente piano regolatore era iniziato nel 1997 e quel piano è stato adottato dopo 15 anni. Nel frattempo però la città si è sviluppata in modo diverso da quanto previsto allora, cioè nel 2012; ed ora siamo nel 2025… Le esigenze del territorio sono cambiate completamente, il mondo è cambiato. La revoca di quel provvedimento consente di superare un impianto ormai datato e di impostare un nuovo strumento urbanistico coerente con i bisogni attuali, in particolare nella pianura.
Durante il consiglio comunale il Sindaco Lidano Lucidi ha dichiarato: “Il vecchio piano regolatore era ormai fuori dal tempo ed era inutile portare a termine un iter iniziato quasi 30 anni fa. Tre decenni per portare a casa un nuovo piano regolatore ci sembrano veramente troppi, e fa sorridere quando qualcuno ci accusa di ritardi che spesso si contano nell’ordine di pochi mesi. Riteniamo molto più efficace la scelta fatta dalla nostra amministrazione, di azzerare tutto e lavorare sullo sviluppo urbanistico della pianura, che dovrà essere oggetto di importanti interventi di ammodernamento con l’implementazione di infrastrutture che la renderanno più moderna e attrattiva, approfittando dell’importante volano rappresentato della presenza della stazione ferroviaria e di alcune arterie stradali. Lo sviluppo economico e sociale di Sezze non può prescindere da questo dato. Nei prossimi mesi la nostra amministrazione raccoglierà istanze, idee e progetti al fine di ridisegnare questa parte importante del territorio che dovrà diventare attrattiva non solo per le politiche abitative, ma anche per le politiche economiche, con nuovi insediamenti produttivi, senza dimenticare la rigenerazione di quelli esistenti”.