Non si spegne la polemica sulla richiesta di aumento di capitale di Acqualatina. Una maxi iniezione di capitale pari a 30 milioni di euro divisa al cinquanta per cento tra i comuni dell’Ato 4 e il socio privato Italgas. Numerosi sono i comuni che hanno già detto no a tale richiesta da più parti definita come paradossale. Le polemiche non si placano, una cosa però è certa, l’ente si trova in una difficile situazione economico-finanziaria legata in parte al mancato adeguamento tariffario. Un passaggio decisivo per il futuro della società che gestisce il servizio idrico in gran parte della provincia di Latina, con ricadute dirette sugli investimenti programmati e sull’equilibrio finanziario della gestione. I comuni coinvolti in questi giorni stanno esaminando i documenti tecnici e contabili riferibili all’operazione, i dinieghi sono già molti.
Nelle scorse ore anche il comune di Castelforte ha espresso un netto e unanime “no” alla proposta di aumento del capitale sociale di Acqualatina, chiedendo di aprire un tavolo di confronto più ampio, che possa includere anche altri enti sovraordinati.
In una nota di Acqualatina si legge: l’attività gestionale della società si svolge con un contesto territoriale infrastrutturale caratterizzato da una rete idrica obsoleta, gli impianti sono vetusti e la performance tecnica insoddisfacente arrivando a un incidenza di perdite idriche che supera il 70%.