Negli ultimi 10 anni il numero degli artigiani presenti nel nostro Paese ha subito un crollo verticale di quasi 400mila unità. Se nel 2014 ne contavamo 1,77 milioni, l’anno scorso la platea è scesa a 1,37 milioni (-22 per cento). In pratica in due lustri quasi un artigiano su quattro ha gettato la spugna.
È il dato che emerge da uno studio della CGIA di Mestre, che evidenzia come la riduzione abbia interessato tutte le regioni d’Italia, nessuna esclusa. Nell’ultimo decennio le aree più colpite da questa “emorragia” sono state le Marche, l’Umbria, l’Abruzzo e il Piemonte.
Il Lazio si pone al 11esimo posto in questa graduatoria. Da 116.838 artigiani nel 2014 si è passati a 97.218 nel 2023, per arrivare a 91.864 nel 2024, con un -21,4% nel decennio 2024-2014, e un -5,5% nell’ultimo anno. Per quanto riguarda le province, la capitale è 14esima registrando un -5,9% di imprenditori artigiani nell’ultimo anno. Frosinone invece è 24esima con un -5.3% nell’ultimo anno, passando da 9.476 imprenditori artigiani nel 2023 a 8.971 nel 2024.
Latina è 44esima, con un -4,9% nell’ultimo anno: si è passati infatti dal 9.829 imprenditori artigiani nel 2023 a 9.347 nel 2024. Negli ultimi decenni tante professioni ad alta intensità manuale hanno subito una svalutazione culturale; questo processo – spiega la CGIA – ha allontanato molti ragazzi dal mondo dell’artigianato. Il tratto del profondo cambiamento avvenuto, ad esempio, è riscontrabile dal risultato che emerge dalla comparazione tra il numero di avvocati e di idraulici presenti nel nostro Paese. Se i primi sono poco più di 233mila unità, si stima che i secondi siano “solo” 165mila. Non tutti i settori artigiani hanno subito la crisi, con quelli del benessere e dell’informatica che presentano dati in controtendenza.