il delitto nel 2010

Omicidio Moro, la Procura Generale ricorre in Cassazione

Il pg parla di un vero cartello criminale nel basso Lazio, con un progetto intimidatorio e terroristico per il controllo del territorio

Omicidio Moro, la Procura Generale ricorre in Cassazione
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La Procura Generale ha presentato ricorso contro la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 18 febbraio scorso, relativa all’omicidio di Massimiliano Moro, avvenuto il 25 gennaio 2010 a Largo Cesti, Roma. In Appello erano stati assolti Antoniogiorgio Ciarelli e Ferdinando "Pupetto" Di Silvio, mentre Simone Grenga (considerato l’esecutore materiale) era stato condannato a 15 anni e 4 mesi, così come Ferdinando "Macù" Ciarelli, ritenuto il coordinatore dell’agguato.

Il sostituto procuratore Paolo D’Ovidio ha duramente criticato la sentenza, definendola illogica e in contrasto con le prove e con sentenze già passate in giudicato, come quelle del processo "Caronte". Secondo il ricorso, l’omicidio non fu un atto isolato, ma il primo passo di una strategica alleanza criminale tra i clan Ciarelli e Di Silvio, attivi nel basso Lazio.

Il pg parla di un “programma delinquenziale di matrice mafiosa e per certi versi terroristica”, volto a controllare definitivamente la scena criminale di Latina, unendo le forze di due famiglie già influenti.

La data dell’udienza in Cassazione non è ancora stata fissata.