SITUAZIONE CRITICA

Carceri del Lazio al collasso a causa del caldo e del sovraffollamento

A lanciare l’allarme è la consigliera regionale del PD Emanuela Droghei, che chiede un intervento urgente per evitare nuove tragedie.

Carceri del Lazio al collasso a causa del caldo e del sovraffollamento
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Il caldo estremo sta aggravando una situazione già drammatica all’interno delle carceri del Lazio. Temperature oltre i 40 gradi, celle sovraffollate con anche sei persone all’interno, ventilatori guasti, accesso limitato all’acqua e nessuna possibilità di refrigerio. È questo il quadro denunciato da Emanuela Droghei, consigliera regionale del Partito Democratico, che lancia un appello per un intervento immediato.

"Le condizioni sono disumane – afferma Droghei – e rischiano di trasformare il carcere in una trappola mortale. Da Regina Coeli a Rebibbia, da Velletri a Cassino, fino a Civitavecchia e Rieti, i racconti di detenuti e operatori parlano di sofferenze quotidiane che uno Stato civile non può più ignorare".

La consigliera sottolinea come il sovraffollamento e la carenza di misure adeguate contro il caldo contribuiscano a peggiorare una condizione già segnata da solitudine, mancanza di attività, disagio psichico e un numero crescente di suicidi.

"Il governo è in grave ritardo – accusa Droghei – nonostante le segnalazioni continue dei Garanti, delle associazioni e di chi lavora ogni giorno all’interno degli istituti penitenziari con grande dedizione".

Un’emergenza che, secondo la consigliera dem, va affrontata subito "Chi sconta una pena ha diritto al rispetto della propria salute e della propria integrità. Il carcere non può diventare un luogo dove si muore per il caldo. È una questione di umanità, civiltà e legalità costituzionale".

Droghei chiede al Ministero della Giustizia e alla Regione un intervento urgente, prima che arrivi, dice, “il prossimo bollettino”.

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