I DATI DELL'ISIN

Rifiuti radioattivi, il Lazio la regione più esposta

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito la necessità di accelerare l’iter per garantire una gestione finalmente centralizzata e più sicura dei rifiuti nucleari.

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È ancora il Lazio la regione più esposta al rischio radioattivo in Italia. Secondo i dati dell’Isin, sul territorio regionale si trovano oltre 10.500 metri cubi di rifiuti radioattivi, quasi un terzo del totale nazionale.

Latina e Sud Pontino

Tra i siti più critici c’è la centrale nucleare di Latina, a Borgo Sabotino, una delle prime costruite in Europa e oggi in fase di smantellamento. Anche la centrale di Garigliano che interessa i comuni del sud pontino, rientra tra gli impianti dismessi ma ancora attivi nella gestione delle scorie. A complicare il quadro, c’è la possibile realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi proprio nel Lazio. Tra le aree ritenute idonee, infatti, figura anche la provincia di Viterbo, insieme a zone del Piemonte, della Sardegna e della Sicilia.

La Tuscia

Il progetto, atteso da anni, dovrebbe consentire di concentrare e mettere in sicurezza le scorie sparse in oltre 20 siti italiani. Ma la forte presenza di materiale radioattivo nel Lazio, unita al timore per nuovi impianti, riapre il dibattito su sicurezza, trasparenza e consenso dei territori. Intanto, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito la necessità di accelerare l’iter per garantire una gestione finalmente centralizzata e più sicura dei rifiuti nucleari.

 

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