L'arresto dell'infemiera, ancora tanti punti oscuri. L'analisi dei video: "Scene raccapriccianti"
Gli inquirenti oltre ad analizzare i video sequestrati lavorano anche ad altre ipotesi. Tutto quel materiale era ad uso "personale"? O veniva venduto?

"I video sono raccapriccianti". Immagini indescribili che hanno scolvolto anche chi ha condotto inchieste molto delicate. La vicenda che portato all'arresto della caposala dell'Ospedale Goretti di Latina e' piu' grave di quanto si pensi e lo dimostra l'accellerazione delle indagini e le richieste di arresto subito firmate dal GIP del Tribunale di Latina.
Per ora tre indagati
Ci sono tre persone: l'uomo, considerato al centro della vicenda, il "regista" dell'orrore e poi le due donne. Una follemente innamorata di lui a tal punto da "accettare" qualsiasi cosa e l'altra complice dell'uomo e in contatto diretto con l'infermiera.
Non solo immagini
I video, come detto, sono "raccapriccianti" ma questa storia deve essere ancora ricostruita nel dettaglio. Ci sono le intercettazioni, i messaggi e tutto quello che in soli due mesi hanno raccolto gli inquirenti con un'indagine lampo.
Cosa c'è dietro?
Gli inquirenti oltre ad analizzare i video sequestrati lavorano anche ad altre ipotesi. Tutto quel materiale era ad uso "personale"? O veniva venduto, inserito nel mercato del dark web? Un'ipotesi da non escludere.
Il computer dell'ospedale
Anche il PC che la caposala utilizzava nella stanza del reparto e' stato attenzionato dagli investigatori e si cerca di capire se altre persone potevano accedere a quel computer. La donna restava anche ore chiusa nella stanza davanti al PC , per fare cosa?
Come una setta
Al centro dell'indagine c'e' lui, l'uomo senza scrupoli che dava "ordini", che minacciava, che non si fermava davanti a nulla. Un comportamento da capo, da "Santone" come nelle sette.
Ci sono altre persone coinvolte?
Gli agenti che indagano vogliono capire se ci siano altre persone coinvolte, altri minori.
I precedenti
Appena quattro mesi fa, sempre la Polizia, aveva arrestato nella nostra regione sette persone, tutti uomini tra i 50 e 60 anni, considerati "insospettabili" perche' trovati in possesso di materiale perdoportografico. Tra questi, tecnici informatici presso un noto ospedale, operai, un impiegato di un istituto bancario della Capitale, un volontario presso una casa famiglia e un ex amministratore di condominio. Quest'ultimo, in particolare, era in possesso di oltre 150.000 file, collezionati e catalogati da oltre 10 anni. Un gruppo che era in collegamento tra loro.