L'INCHIESTA

Minacce per i chioschi, il Comune chiede la costituzione "tardiva" di parte civile

In aula il 23 maggio, la sindaca Celentano: "Tuteliamo l'immagine della città in tutte le sedi opportune"

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Minacce ai concessionari dei chioschi sul lungomare, arriva fuori tempo massimo la richiesta del Comune di Latina di costituirsi parte civile nel procedimento a carico dei cinque imputati, in vista dell’udienza di avvio del dibattimento fissata per il prossimo 23 maggio. Una richiesta che arriva dopo le polemiche per la precedentemente mancata costituzione nelle fasi iniziali del procedimento per turbata libertà degli incanti. Incarico conferito all' avvocato Alessandra Capozzi dell’Avvocatura comunale.

Considerata la possibilità che la richiesta non venga accolta, è stata comunque deliberata la possibilità di proporre in via alternativa azione autonoma civile nei confronti degli imputati a tutela della collettiva. Azione legale di competenza propria del Comune di Latina, che nella nota del sindaco Celentano chiarisce: "Nell’atto deliberativo si dà evidenza che l’amministrazione acquisita autonomamente la conoscenza del decreto, in quanto non comunicato all’ente, ha valutato, su richiesta esplicita del sindaco Celentano, l’interesse del Comune a presentare formale dichiarazione di costituzione di parte civile alla prossima udienza, ovvero di proporre autonoma azione civile".

E' la questione nata dall'esposto in procura dell'ex sindaco Damiano Coletta, quando gli aggiudicatari della prima piazzola del tratto B del lungomare, hanno rinunciato alla concessione. E' emerso così un quadro di intimidazioni mafiose,  in episodi racchiusi tra il 2016 e il 2020, ricostruiti dalle indagini della squadra mobile di Latina, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Roma.

Altro passaggio della nota della prima cittadino, che ha alimentato ulteriori polemiche: "Come dichiarato più volte in Consiglio comunale, non è mai mancata l’intenzione da parte dell’amministrazione comunale di difendere il Comune e l’immagine della città in tutte le sedi opportune”. I tempi del processo però rischiano di vanificare questa intenzione.

 

 

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