Bonus rifiuti e rincari Tari, il Presidente della Provincia lancia l'allarme
Gerardo Stefanelli: “Servono tempi e strumenti adeguati. Così si rischia il caos nei Comuni”

La Provincia di Latina si unisce al grido d’allarme lanciato da ANCI e IFEL, che nei giorni scorsi hanno scritto all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) per segnalare le gravi criticità applicative della misura del "bonus sociale rifiuti" anno 2025 per gli utenti domestici in condizioni economico-sociali disagiate, introdotta dalla Delibera ARERA n. 133/2025/R/RIF di attuazione del D.P.C.M. 21 gennaio 2025 n. 24.
La nuova misura prevede una riduzione automatica del 25% della TARI per le famiglie con ISEE inferiore a 9.530 euro, soglia che può salire fino a 20.000 euro in caso di nuclei con almeno quattro figli ma sarà interamente finanziata attraverso una componente perequativa di 6 euro da applicare indistintamente a tutte le utenze, domestiche e non.
Una scelta che solleva non poche perplessità, infatti, il contributo sarà anticipato dai Comuni e calcolato sulla base delle bollette emesse e non su quelle effettivamente incassate. Considerando che la TARI è storicamente una delle imposte più evase in Italia proprio perché non prevede la possibilità di interrompere il servizio in caso di morosità, il rischio concreto è che gli enti locali si trovino a dover coprire con risorse proprie le somme non versate dai cittadini.
“Questa misura, seppur animata da intenti condivisibili – dichiara il Presidente della Provincia di Latina, Gerardi Stefanelli – rischia di generare un impatto devastante sugli uffici comunali, già fortemente sotto pressione. Ancora una volta si legifera senza considerare la complessità operativa e amministrativa dei Comuni, imponendo obblighi e tempistiche che difficilmente possono essere rispettati con le attuali risorse.”
Il Presidente evidenzia la distanza sempre più marcata tra le istituzioni centrali e gli enti locali: “Non è accettabile che si continui a legiferare su materie di stretta competenza comunale senza un reale confronto con chi ogni giorno gestisce i servizi sul territorio. Servono strumenti concreti, non imposizioni calate dall’alto.”
Per questa ragione, Stefanelli ha formalmente chiesto all’UPI (Unione delle Province d’Italia) di sostenere le iniziative promosse da ANCI e IFEL, che chiedono il rinvio dell'applicazione della misura almeno al 2026. Un tempo necessario per adeguare i sistemi informatici e organizzativi dei Comuni e garantire così una gestione corretta ed equa del provvedimento.
“Non si possono introdurre modifiche di questa portata senza un piano di coordinamento condiviso e realistico – conclude Stefanelli –. È nostro dovere tutelare il buon funzionamento della macchina amministrativa e garantire la sostenibilità dei servizi offerti ai cittadini.”