La protesta

Sommossa nel carcere, trasferiti 50 detenuti

Mancanza di acqua calda, medici ed infermieri, alla base della rivolta

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50 detenuti sono stati trasferiti nella notte dal carcere di Cassino, dopo una violenta rivolta all’interno dell’istituto di pena. Devastato il 1° piano della seconda sezione, non si registrano feriti.

La denuncia del sindacato

La denuncia arriva dal segretario generale Federazione Nazionale Sicurezza Cisl Lazio, Massimo Costantino. Sempre secondo il sindacato, per sedare la sommossa, è intervenuto il Gruppo di Intervento Operativo, l’unità di supporto il GIR Campania e del Nucleo Cittadino di Roma.

Le motivazioni della protesta

I carcerati avrebbero protestato per una serie di problematiche croniche tra cui la mancanza di acqua calda, la grave carenza di medicinali e la presenza saltuaria o insufficiente di medici e personale sanitario presso l’infermeria del penitenziario.

Il problema del sovraffollamento

Il sindacato torna sul problema del sovraffollamento e della carenza di personale. Nel caso specifico, a Cassino, ci sono 17 detenuti in più e mancano 37 unità di polizia penitenziaria. Un problema comune a tutte le carceri del Lazio, dove ci sono 1.450 detenuti in più a fronte di una carenza di organico 859 unità. Gli Istituti che attualmente risultano maggiormente in difficoltà, sono: Rebibbia con 391 detenuti in più; Viterbo con 265 detenuti in più; Regina Coeli +  456 detenuti; Frosinone + 55  detenuti; Rieti + 200 detenuti; Velletri +106 detenuti e Latina  con 59 detenuti in più.

Mentre gli Istituti che attualmente risultano maggiormente carenti  di personale di polizia penitenziaria sono Rebibbia, Velletri, Rieti, Viterbo, Frosinone e proprio Cassino.

 

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