Bomba in via Aldo Moro, l'obiettivo era un altro
C'è un’ ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti riguardante l'ordigno artigianale e che porterebbe al "Colosseo"
Sono passati 20 giorni dal rinvenimento dell'ordigno artigianale in via Aldo Moro, ad Aprilia. Proseguono le indagini da parte dei carabinieri, per capire chi ha lasciato la bomba in strada e soprattutto, per stabilire a chi era diretta l'intimidazione.
Le indagini
C'è un’ ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti riguardante l'ordigno artigianale e che porterebbe al "Colosseo", il palazzo popolare a semicerchio all'incrocio tra via Aldo Moro e via Mascagni, a poche centinaia di metri dall'area dove è stata ritrovata la bomba. L'intimidazione, infatti, è questa l'ipotesi in campo, in origine sarebbe dovuta avvenire proprio davanti al Colosseo. Invece, evidentemente, qualcosa è andato storto e l'ordigno, alla fine, è stato lasciato in via Aldo Moro.
Continuano i servizi alto impatto
Ma perché una intimidazione al Colosseo? Come riporta Il Messaggero, quell'area sarebbe considerata da sempre come una delle piazze di spaccio della città, ci vivono soggetti ben noti alle forze dell'ordine e sarebbe monitorata dai carabinieri del vicino reparto territoriale di via Tiberio. Una ipotesi questa su cui lavorano gli inquirenti e che dovrà trovare necessariamente altre conferme nelle prossime settimane. Intanto su tutto il territorio apriliano, continuano i servizi alto impatto da parte di carabinieri e polizia di stato.